Il neonazismo che preoccupa Berlino
All’inizio degli anni Novanta le statistiche riportavano crimini isolati, poche centinaia di episodi all’anno e per lo più non gravi. In quel 2006 invece aggressioni e delitti legati al neonazismo subirono una forte impennata e il fenomeno fu ritenuto serio al punto che l’allora ministro degli Interni Schäuble, democristiano, invitò i tedeschi a non voltarsi mai dall’altra parte di fronte alle violenze. «Non ci dovranno essere in Germania aree proibite dove è preferibile non entrare», disse in una conferenza stampa.
Invece negli anni a venire i tedeschi hanno visto risorgere una destra extraparlamentare forte e aggressiva composta in maggioranza da giovani e giovanissimi, circa 30mila secondo i dati nazionali. Ritornano le svastiche, i saluti romani, il passo dell’oca. E impazzano le violenze delle teste rasate, i naziskin. Oltre 600 feriti in aggressioni neonaziste nel 2009, un gran miglioramento per le forze dell’ordine rispetto ai 700 e più feriti degli anni precedenti. Vi sono cittadine, soprattutto all’Est, dove un immigrato non deve avventurarsi, soprattutto se ha la pelle nera. «Potrebbe non uscirne vivo», ebbe a dire tempo fa Uwe-Karsten Heye, presidente dell’organizzazione antirazzista “Mostra il tuo colore”.
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